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Anno: VIII: 2012/2013
Numero: 36
del 23-03-2013
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S. Elisabetta d?Ungheria
Autore/i:
Berenice Ottaviano

 

L?ordine francescano secolare celebra, in questo corrente anno 2007, l?ottavo centenario della nascita di Sant?Elisabetta patrona, insieme a San Ludovico, del suddetto ordine. I terziari francescani della fraternità di San Sisto sono lieti di far conoscere ai lettori del giornalino parrocchiale la vita di questa grande Santa seguace di San Francesco.

Elisabetta nacque a Bratislava nel 1207, figlia del re e della regina d?Ungheria. All?età di quattro anni, secondo il costume dell?epoca, fu promessa sposa  a Ludovico IV, figlio del langravio di Turingia e partì per il castello di Wartburg dove fu educata insieme al suo futuro marito, fino alle nozze che avvennero nel 1221. Dall?unione nacquero tre figli.

La sua vicenda spirituale la denota come una donna forte perché nel breve arco di ventiquattro anni, fu sposa, madre e vedova, assumendo con la stessa gioia il ruolo di regina e la condizione di povertà sociale. Caratteristica della sua vita fu la carità verso i poveri che assisteva con regale generosità e visitava nelle loro umili case. ?Mentre era ancora vivente il marito, Elisabetta filava la lana assieme alle sue ancelle, tessendo la tela per le vesti dei frati minori e dei poveri. Cuciva con le proprie mani anche gli abiti per i catecumeni poveri, facendoli battezzare ed estraendoli dal fonte battesimale. In tal modo, instaurata una nuova compaternità con i nuovi battezzati poteva più generosamente far loro del bene. Preparava le vesti per la sepoltura dei defunti, accudendoli con le sue stesse mani, e partecipava personalmente alle loro esequie [...] spesso Elisabetta visitava le partorienti povere e le confortava. E quando [?] altri infermi le chiedevano qualcosa [?] anche se le loro abitazioni erano distanti e la strada fangosa e aspra, li visitava di persona entrando nei loro abitacoli. E non sdegnando la sporcizia, portava loro quanto era necessario e li confortava? (Testimonianza delle ancelle 50-54). ?Ugualmente Elisabetta, con le sue esortazioni, stimolava gli uomini perché non trascurassero di battezzare i loro figli. Incoraggiava i malati perché ricevessero la comunione e anzitutto perché si confessassero? (Testimonianza delle ancelle 181-187).

Durante l?assenza del marito, crociato in terra Santa, nel 1224, Elisabetta governò al suo posto, facendo fronte alla carestia con la distribuzione dei beni dei suoi principati, ad ogni angolo del suo territorio. A causa di quest?opera dovette affrontare ostacoli ed opposizioni da parte dei parenti del marito. Purtroppo, però, questi morì giovane ad Otranto nel 1227. Abbiamo la toccante testimonianza di Elisabetta al ritorno delle ossa del marito in patria. Ella, scoppiando in lacrime, disse : ?Signore, ti ringrazio perché, nella tua misericordia, mi hai dato la grande consolazione di rivedere le ossa del mio consorte, come ho tanto desiderato. Tu sai quanto io l?ho amato; sai pure che lui stesso ed io abbiamo offerto questo bene amatissimo (la sua vita) nella crociata della Terra Santa e non mi pento. Se potessi riaverlo con me, darei in cambio tutto l?oro del mondo anche se dovessi andare con lui mendicando. Ma tu sei testimone che io niente vorrei avere contro la tua volontà, neppure uno dei suoi capelli. Ora io raccomando lui e me alla tua Grazia. Quanto a noi sia fatta la tua volontà? (testimonianza delle ancelle 95-99).

Dopo la morte del marito fu cacciata dal castello, ma più tardi, grazie all?interessamento di Gregorio IX, fu riscattata. Nella casa francescana di Eisenach, Elisabetta rinunciò formalmente al mondo; quindi, nello stesso anno, indossò l?abito del terz?ordine di San Francesco, e fu una delle prime terziarie della Germania. Durante l?estate, Elisabetta costruì l?ospedale francescano di Marburg e si dedicò totalmente alla cura caritatevole degli ammalati. Costantemente devota a Dio, lavorò senza sosta, finché le forze non le vennero a mancare. Fu una donna che seppe coniugare femminilità e santità, elevata condizione sociale e condivisione piena con i più umili ed abbandonati, la più austera vita di penitenza con la più squisita amabilità, l?alta capacità di contemplazione con una forte e creativa operosità. Nell?esperienza di sposa affettuosissima, di madre saggia e di vedova coraggiosa, mostrò come la santità possa essere raggiunta non nonostante gli impegni del mondo, ma proprio in essi.

Morì il 17 Novembre 1231. Abbiamo testimonianza del suo transito da una lettera del confessore Corrado di Marburgo: ?? Prima della morte ne ascoltai la confessione e le domandai cosa si dovesse fare dei suoi averi e delle suppellettili. Mi rispose che quanto sembrava sua proprietà era tutto dei poveri e mi pregò di distribuire loro ogni cosa, eccetto una tunica di nessun valore di cui era rivestita, e nella quale volle essere seppellita. Fatto questo, ricevette il Corpo del Signore. Poi, fino a sera, spesso ritornava su tutte le cose belle che aveva sentito nella predicazione, in particolare sulla Risurrezione di Lazzaro e sul fatto che Gesù pianse sulla sua morte prima di risuscitarlo? Infine raccomandò a Dio, con grandissima devozione, tutti coloro che le stavano dintorno, e spirò come addormentandosi dolcemente?.

A neppure quattro anni dalla morte, il 1° giugno 1235,  solennità di Pentecoste,  venne proclamata santa da Gregorio IX che aveva canonizzato il Poverello. In questo anno 2007 in cui ricorre l?ottavo centenario della sua nascita, invochiamo in modo speciale la sua protezione su tutti i terziari francescani, perché possano essere coraggiosi testimoni di speranza in ogni condizione della loro vita.

O.F.S. San Sisto


08-02-2007

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