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Anno: VIII: 2012/2013
Numero: 36
del 23-03-2013
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La Santa Eucaristia e Maria sua Madre
Autore/i:
Padre Candido Bafile

A conclusione di questo anno dal Papa di santa memoria Giovanni Paolo II dichiarato anno dell?Eucaristia, giustamente l?attenzione del fedele cristiano è concentrata sul ?mirabile Sacramento? che perpetua la presenza di Gesù nel suo vero Corpo in mezzo a noi. Ora non è offesa per Gesù, né lui potrebbe prenderla a male, rivolgere il pensiero anche a Colei che gli è stata madre a Betlemme, madre nella vita pubblica, madre nel calvario e quindi anche madre nella e della Eucaristia. Difatti come dimenticare che il vero corpo di Gesù che riceviamo nella Santa Comunione è nato da Maria Vergine, ossia è dono fatto al mondo dalla sua maternità divina? Non è possibile quindi dissociare il pensiero dell?Eucaristia da quello della madre divina che ce l?ha resa possibile attraverso la sua maternità. Afferma il Papa Giovanni Paolo II: ?In un certo senso, Maria ha esercitato la sua fede eucaristica prima ancora che l?Eucaristia fosse istituita, per il fatto stesso di aver offerto il suo grembo verginale per l?incarnazione de Verbo di Dio? (Ecclesia de Eucaristia, n° 55)

Circa il dono permanente dell?Eucaristia, che conserva la presenza reale di Gesù Cristo nelle nostre Chiese quale perenne oggetto di culto eucaristico, si può ricordare che Maria Santissima è diventata il tabernacolo vivo della reale presenza di Cristo, quando per opera dello Spirito Santo diede il suo ?sì? all?incarnazione.

È consolante allora constatare la mirabile mutua immanenza tra la SS. Eucaristia e Maria SS.ma. In Gesù, realmente presente nella SS.ma Eucaristia, è in qualche modo fisicamente presente la Madre, perché la vita umana fisica del Figlio divino è frutto mirabile della maternità divina di Maria; ed anche la vita di grazia è partecipata alla madre, piena di grazia, ossia piena della vita cristiana che ha in Gesù la sua fonte.

San Tommaso non ha dubbi e saluta l?Eucaristia con le parole, ?Ave, vero corpo nato da Maria Vergine?.

Significativo l?aneddoto di San Giacinto. Il santo, che si trovava in Polonia, un giorno dovette abbandonare la sua casa religiosa per fuggire a causa dell?incalzare di     un?invasione di Tartari. Prima, però, di lasciare il convento, passò in Chiesa a prendere la SS. Eucaristia per  portarla con sé e mentre usciva dalla Chiesa salutò la SS.ma Vergine, la cui grande statua era presso l?altare. Una voce uscì allora dalla statua: ?Perché non mi prendi con te insieme al mio figlio eucaristico?? Il santo guardò esitante la grande statua e proseguì il cammino verso la porta. ?Come posso portarmi dietro una statua così grande?? ? si chiedeva. Ma la voce si ripeté: ?Perché non mi prendi con te insieme a mio figlio?? S. Giacinto si fermò e con infantile semplicità si dispose ad obbedire e fece l?atto di abbracciare la statua per portarla con sé insieme alla SS.ma Eucaristia, secondo l?ordine ricevuto. Ed ecco che miracolosamente la statua ridusse le sue dimensioni fino a raggiungere quelle di una statuetta tascabile, che S. Giacinto poté facilmente portare con sé.

Con ragione l?immagine di N. Signora del SS. Sacramento rappresenta la SS. Vergine con il figlio divino, recante il calice e l?ostia, ossia la SS. Eucaristia. È lo stesso dono, fatto da Maria al mondo a Betlemme, Casa del pane, e continuato nel Pane eucaristico, che dà la vita all?anima.

Maria quindi, oltre che la Madre, è anche la prima adoratrice dell?Eucaristia, la prima devota del SS. Sacramento. Ne viene di conseguenza che la SS. Eucaristia è incentivo alla pietà mariana e la pietà mariana, a sua volta, è incentivo alla pietà eucaristica, poiché la Chiesa ha approvato ?le varie forme di devozione verso la Madre di Dio?(omissis) entro i limiti della sana e ortodossa dottrina e secondo le circostanze di tempo e di luogo e l?indole e carattere proprio dei fedeli, facendo sì che mentre è onorata la Madre, il Figlio, per il quale esistono tutte le cose (cfr. Col 1,15-16), sia debitamente conosciuto, amato, glorificato e siano osservati i suoi comandamenti?. (Concilio Vaticano II, Lumen Gentium 62)


07-11-2005

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