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Anno: VIII: 2012/2013
Numero: 36
del 23-03-2013
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A Te ricorriamo, o Maria!
Autore/i:
Padre Candido Bafile

Il mese di Maggio ci ricorda che abbiamo una Madre, abbiamo una Mediatrice di grazia che intercede per noi presso Lui che è “potente e onnipotente”: questa Madre comune si chiama Maria. Oggi più che mai abbiamo bisogno di Lei, perché oggi più che mai siamo sovrastati da tante necessità. Non so come e perché ci siamo perduti, non so perché stiamo sempre più perdendo il senso cristiano della nostra vita. Non è facile crescere a livello del cuore, e proseguire con coerenza e coraggio l’impegno assunto con se stessi e con i propri fratelli. Come il corso degli anni ci ha privati di tante presenze, così gli avvenimenti ci hanno depauperato di tanti valori; e intanto il tempo corre, l’ansia ci corrode, i problemi scaturiti dal progresso ci fanno paura, ogni settore è in crisi, tutta l’umanità è in pericolo. La facilità delle comunicazioni ci rende giornalmente edotti sulle guerre che travagliano molti popoli, sulla fame che distrugge milioni di persone, sulle stragi che violentano la nostra sicurezza, sulla mancanza di lavoro che penalizza le forze giovanili, sulla drammatica convivenza con ogni tipo di  violenza e di degradazione. Non c’è giorno in cui non dobbiamo confrontarci con avvenimenti tragici, con le nostre sconfitte di uomini. “Laceratevi il cuore, non le vesti”, dice il Signore! Ma il nostro cuore è già lacerato dal dolore, dall’angoscia, dalla vergogna. Sì, perche la fame nel mondo non va misurata a chilometri di distanza: può essere a pochi passi da noi, possiamo sfiorarla o addirittura conviverci. E l’altra fame, meno visibile e altrettanto terribile, la fame d’amore? E poi l’ansia per le nuove generazioni, per il lavoro, l’ombra nera della droga, il disinganno della verginità perduta, della maternità violentata, venduta, il fallimento della libertà e della speranza.

C’è un modo meraviglioso che può renderci più forti: affidarci alla nostra Madre, alla Signora degli afflitti, la sola che può patire, con noi, tutti i nostri drammi. Fu la sua pietà consapevole a salvare l’atmosfera di gioia alle nozze di Cana, strappando a suo Figlio il primo miracolo. Ma ricordiamo anche il suo ammonimento: «Fate tutto quello che Egli vi dirà». Sono le ultime parole di Maria, riportate nel Vangelo, quasi il testamento spirituale della Madre a tutta l’umanità.

Sta a noi, oggi, renderle attive per ritrovare nel pubblico e nel privato le nostre radici ma anche il nostro fine. E non smettiamo mai di ricorrere alla Regina e Madre degli afflitti, magari con la splendida preghiera mariana in cui diciamo:  «A Te ricorriamo, esuli figli di Eva; a Te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime».

E la consolazione verrà insieme alla speranza di vedere in eterno Colui che nessun tempo potrà distruggere, nessuna distanza potrà allontanare.

 

 

Il Parroco


28-05-2010

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