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Anno: VIII: 2012/2013
Numero: 36
del 23-03-2013
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Quaresima, tempo di conversione
Autore/i:
Padre Candido Bafile

La Quaresima, “segno sacramentale, cioè visibile, della nostra conversione”, si ripresenta ancora una volta perché attraverso di essa tutti noi possiamo “crescere nella conoscenza del mistero di Cristo” e possiamo

“testimoniarlo con una degna condotta di vita”.

Consacrata da Cristo Gesù col digiuno di quaranta giorni, la Quaresima c’è stata donata quale “sacramento”, quale “segno” della presenza dei misteri di Cristo che continuano ad “avvenire” nella Chiesa.

La Chiesa pertanto - depositaria di così grande sacramento - per mezzo della Quaresima -  durante la quale vi è l’annuncio degli eventi della salvezza - può partecipare sulla Fede al mistero di Cristo, il quale, digiunando, vince “le insidie dell’antico tentatore” e insegue “dominare la seduzione del peccato”.

Con la Quaresima la Chiesa si immerge nelle vivificanti azioni di Cristo e come sua sposa amatissima si unisce al suo sposo e Signore Gesù Cristo, servo umile e sofferente, fino alla morte di Croce. Questa realtà fa sì che la Quaresima non sia fredda e tetra, vissuta con uno stile penitenziale sterile e con un impegno ascetico animato da uno sforzo volontaristico, ma sia invece riscaldata e animata dall’amore appassionato di Cristo che “oggi”, nel mistero dei quaranta giorni penitenziali, dà se stesso per la Chiesa sua sposa, “per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata” (Ef. 5,25-27).

In Quaresima si ripete quanto accaduto al tempo dell’Esodo degli Ebrei dall’Egitto: Dio andò a visitare il suo popolo e lo vide oppresso e allora mandò Mosè perché lo liberasse e lo conducesse, attraverso il deserto, alla santa montagna, dove egli aveva convocato il suo popolo, sulla quale avrebbe stretto con esso l’alleanza col sangue di animali e l’avrebbe costituito in nazione santa, popolo regale e sacerdotale.

Dalla storia antica a quella di oggi! Qui vediamo Dio che manda Cristo Gesù per liberare il suo popolo, la sua Chiesa, dalla schiavitù di questo mondo e la convoca, “attraverso il deserto quaresimale”, “ai piedi della santa montagna” dove l’attende per stringere con lei l’alleanza nuova ed eterna nel sangue di Cristo e lì, la Chiesa, “con il cuore contrito e umiliato, prende coscienza della sua vocazione di popolo dell’alleanza”: santo, regale, sacerdotale e profetico.

 

 

Il parroco

Padre Candido Bafile

 


15-02-2010

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